Presentazione del Progetto "OLTRE IL RICORDO, LA MEMORIA..." (V AFM A e B)

Nella mattinata di lunedì 17 dicembre, nella nostra Gallery  è stata inaugurata una piccola ma suggestiva esposizione dei lavori effettuati dalle due classi di Quinta della sezione “Amministrazione, Finanza e Marketing” sullo sterminio perpetrato a danno degli Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Un’iniziativa partita dalla loro insegnante di Inglese, Balma Tiziana, che nel settembre scorso, mandata dal M.I.U.R. in rappresentanza della Valle d’Aosta, ha seguito un seminario sulla didattica della Shoah, allo “Yad Vashem” di Gerusalemme, il più grande memorial di Israele. “Una delle esperienze più ricche dal punto di vista professionale, culturale, umano e anche spirituale della mia vita - ha detto la prof.ssa Balma - che mi ha fornito tecniche e materiale per poter affrontare una tematica così importante in un’ottica diversa”.

La Dirigente dell’ISILTP, prof.ssa Dallou Antonella, ha introdotto la mattinata ringraziando i docenti e gli allievi coinvolti nel Progetto pluridisciplinare dal titolo “Oltre il ricordo, la memoria..” che si colloca nell’ambito dell’80° anniversario della promulgazione delle Leggi Razziali. Ha sottolineato inoltre l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni in Progetti del genere che hanno lo scopo di trasmettere loro la consapevolezza degli errori e dei crimini commessi, anche da molti Italiani, durante quella pagina così buia della nostra Storia recente. La Dirigente ha poi voluto ricordare Raimondo e Ruggero Iona, arrestati nella scuola di Issime e deportati ad Auschwitz, dove era stato anche internato Alessandro Caveri, di Verrès, proprio perché aveva salvato la vita a parecchi Ebrei aiutandoli ad attraversare i valichi alpini

Il prof. Momigliano Levi, presente anch’esso nella Gallery, ha collaborato esternamente allo svolgimento del Progetto, accompagnando i ragazzi coinvolti nella visita della Mostra da lui curata dal titolo "Dalle Leggi Razziali allo sterminio degli Ebrei (1938-1945). Il caso della Provincia di Aosta" nel corso della quale li aveva intrattenuti con una “lezione/conferenza” infarcita di aneddoti e di storie locali, e tracciando a grandi linee, anche alcuni punti salienti della Storia Ebraica antica. Il professore Momigliano Levi ha ringraziato la Dirigente e l’Istituzione tutta per questa iniziativa e ha proiettato ed illustrato alcuni documenti sull’applicazione delle Leggi Razziali in Valle d’Aosta

La prof.ssa Balma invece, nel suo intervento, ha parlato dell’importanza di informare gli allievi su cosa è successo portando esempi concreti, parlando di persone con nome e cognomi, con una vita prima, durante e - solo per alcuni - anche dopo la Shoah, al fine di mantenere l’”umanità” dei soggetti coinvolti nella tragedia. “Nello svolgere il mio lavoro - ha detto l’insegnante - ho portato i miei ragazzi a riconoscere l’assurdità dell’odio razziale, ho cercato in qualche modo, per usare una metafora, di “vaccinarli” col “vaccino” della Memoria, cosicché se in futuro dovessero venire in contatto col “male assoluto”, abbiano degli anticorpi, degli strumenti per riconoscerlo e rifiutarlo”.

Gli allievi hanno poi preso la parola, per ripercorrere le varie fasi del lavoro fatto in classe: dalla lettura di documenti sull’Olocausto alla produzione di testi con le loro rielaborazioni e conclusioni personali, sempre in Lingua Inglese. Il tutto in visione nell’esposizione.

La professoressa Zanetti Marzia, docente di Storia, ha poi proseguito illustrando il proprio percorso volto a creare un ponte tra quanto accadde negli anni del nazifascismo e la realtà odierna. Mai come oggi, infatti, è importante sottolineare come la storia non riguardi solo chi è morto in guerra o nei lager: il dolore e la sofferenza provocati dalla deportazione nei lager ha segnato anche la vita di coloro che hanno perso genitori e parenti come testimonia Aldo Forlino in "Una pietra d’inciampo, lettere pensieri ad un padre vittima della deportazione nazista", un toccante monologo dedicato al padre Renato, deportato a Mauthausen nel 1944 e morto nel 1945 senza far ritorno a casa. L’autore racconterà agli studenti gli episodi salienti della propria vita e i suoi pellegrinaggi nei luoghi della memoria, alla ricerca di una verità che possa restituirgli, almeno in parte, quel padre che non ha mai conosciuto.

L’insegnante, infine, con la lettura del testo di Tania Crasnianski "I figli dei nazisti", e attività di ricerca da parte degli studenti, cercherà di mettere in evidenza come hanno vissuto la scoperta dei delitti umani compiuti dai loro genitori, quando loro non erano che dei ragazzini, i figli dei gerarchi più vicini a Hitler. Le reazioni, come era prevedibile, sono state diverse. E oggi, quando le loro vite si stanno avvicinando alla parte finale della loro esistenza, si può trarre un primo bilancio comune: le azioni dei genitori li hanno condizionati in modo profondo. Sembrerà banale, ma è così. Ciò che è avvenuto in quei tempi si è protratto nelle scelte e nelle idee di persone che, con quel disastro avevano poco da spartire. Tranne un legame di sangue.

Ha concluso la mattinata il prof. Maccarrone il quale ha illustrato cosa intende fare nel secondo quadrimestre. Approfondirà la storia biblica del popolo Ebraico mettendo in evidenza il concetto di "Storia della Salvezza". Per gli Ebrei e, successivamente, per i Cristiani, - ha spiegato il professore Maccarrone - la storia non è il semplice susseguirsi di accadimenti determinati  dagli uomini, ma il "luogo" nel quale Dio si rivela e nel quale l'uomo può incontrarlo per realizzare, insieme a Lui, il regno di Dio. Durante la conferenza  il docente ha sottolineato come la cultura occidentale sia in debito di riconoscenza nei confronti delle religioni ebraica e cristiana per la concezione lineare della storia che interpella ciascun uomo di ogni tempo a rendersi protagonista della costruzione di un mondo nel quale possa regnare la pace e la giustizia. Il prof. Maccarrone si è in seguito soffermato anche sul titolo del progetto, "Oltre il ricordo, la memoria", da lui stesso proposto per mettere il risalto le differenze dei termini utilizzati. Il ricordo è qualcosa di personale che non necessariamente, nell'esercizio della rievocazione, coinvolge il cuore. La Memoria, invece,  è un esercizio collettivo, comunitario e identitario, che coinvolge il cuore di chi la consegna e di chi la riceve. Donare, accogliere, custodire e coltivare la memoria significa permettere ai "Sogni" di ciascuna generazione di dialogare tra loro per generare un nuovo "Sogno". L'Europa di oggi ha bisogno di un "sogno". Non di un sogno nel cassetto che dica ciò che vogliamo fare, ma di un sogno nello scrigno, dei nostri cuori e delle nostre coscienze, che dica ciò che vogliamo essere. Ecco perché è importante oggi fare memoria della Shoah. Nella misura in cui sapremo alimentarci di questa memoria sapremo alimentare i nostro sogno di Europa e trasformare il sogno infranto dei sei  milioni di vittime innocenti in "segno" capace di indicare la giusta via da percorrere.

Pubblicato da Filippo Bertozzi